__EDIZIONI FEERIA COMUNITA' DI SAN LEOLINO__ __Paola Manni__
L'Italia in cui vive Dante è una penisola frammentata sia politicamente sia linguisticamente, ben lontana dall'avere un'identità e una lingua letteraria che stia al pari delle lingue d'oltralpe. Su questo scenario si staglia la riflessione del poeta che, se non pensa a uno Stato unitario in senso moderno, concepisce tuttavia l'Italia come entità politica dentro i confini dell'impero, e soprattutto va alla ricerca di quel volgare illustre che poi, realizzato nella Commedia, darà alla nostra letteratura il primo impulso alla formazione di una lingua nazionale.
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33 pagine. Fa parte (I volume) della collana "ARCOBALENI" della Comunità di San Leolino:
Da sempre l'arcobaleno, quest'arco multicolore i cui estremi sembrano toccare l'orizzonte, è simbolo di unione tra la terra e il cielo, tra l'umano e il divino. I popoli pre-cristiani lo consideravano un ponte che unisce uomini e dèi. E quando Noè, dopo i quaranta giorni del diluvio, fu benedetto dal Signore assieme alla sua discendenza, l'arcobaleno fu posto dall'Altissimo come ricordo della sua alleanza perenne. Anche nel libro dell'Apocalisse (4,3), l'arco luminoso si trova presso il trono di Dio e nei dipinti medievali che raffigurano il Giudizio universale, Cristo assiso in trono è rappresentato sopra un arcobaleno: cielo e terra non possono riconciliarsi se non attraverso di Lui.
L'arcobaleno, dunque, è simbolo di pace, di concordia e di speranza. Quando appare nel cielo dopo la tempesta esso annuncia che il pericolo è passato e che la vita può riprendere con serenità e allegria.
Al simbolo dell'arcobaleno sono legati idealmente i testi di questa collana. Essi nascono da incontri che gli Autori hanno tenuto ai giovani studenti dell'Istituto "Marsilio Ficino", Liceo paritario della Diocesi di Fiesole, a Figline Valdarno nei pressi di Firenze, diretto dalla Comunità di San Leolino. Di fronte ai giovani è difficile rimanere indifferenti e chiusi nel proprio disincanto. L'anima dei giovani, infatti, non si nutre soltanto di realismo: vuole ideali, ragioni per vivere, motivi per dare un senso a un futuro oggi così incerto e fonte di preoccupazione. D'altra parte, il sapere che i giovani cercano non è fatto soltanto di nozioni e di informazioni. Esso è fatto soprattutto di valori, speranze, motivazioni. Il sapere che i giovani chiedono non è soltanto l'utile strumento con cui costruire il futuro, ma anche qualcosa di bello, nobile e poetico: un sapere che dia senso e gioia alla vita. Questa richiesta è così trasparente negli occhi dei giovani che spesso il dialogo con loro compie un miracolo anche nel cuore dell'adulto. Egli scopre che vorrebbe lasciare da parte il suo disincanto e lasciare a qualcuno - ai giovani appunto - una specie di eredità o di bella testimonianza. Un'eredità che non consiste nei beni materiali, ma nei valori in cui un uomo crede, negli ideali che lo guidano, nelle speranze che danno ragione alla sua vita. E' così che il dialogo con i giovani porta spesso a riscoprire, nel proprio cuore, un possibile arcobaleno.